Il terzo incontro seminariale del corso di Storia delle donne e studi di genere è incentrato sulla figura di Lidia Poët, la prima donna italiana iscritta all’Albo degli Avvocati.
Ne parlano con la prof.ssa Maria Rosaria Pelizzari, lunedì 20 marzo ore 8:30-10:30 (Aula 9 – Edificio D3), la Dott.ssa Ilaria Iannuzzi e l’Avv. Pasquale Tammaro, autori del libro “Lidia Poët. La prima avvocata” (ed. Le Lucerne 2022). Saluti di Ornella Malandrino, Direttrice OGEPO.
Il 17 giugno 1881 Lidia Poët, a ventisei anni, si laureò in Legge all’Università di Torino. Due anni dopo, terminata la pratica e sostenuti brillantemente gli esami per l’iscrizione all’Albo, riuscì, nonostante nel Consiglio dell’Ordine alcuni volessero ostacolarla, a essere ammessa all’Ordine e a diventare la prima avvocata d’Italia. Ma la conquista durò molto poco: l’iscrizione fu impugnata dal Procuratore del Re davanti alla Corte d’appello di Torino, che dichiarò nulla l’iscrizione ribadendo il principio che le donne non potevano esercitare l’avvocatura.
Lidia ricorse in Cassazione. All’epoca tutti i giornali, i giuristi, le femministe, i politici non parlavano d’altro: chi era a favore, chi era contro, chi precorreva i tempi e chi rimaneva ancorato al passato.
Dal libro di Iannuzzi e Tammaro emerge un’epoca in chiaroscuro e, soprattutto, il ritratto di una donna straordinaria che, con la sua tenacia e il suo ingegno, ha dischiuso la strada del futuro.